"Ready to start", esattamente come la canzone degli Arcade Fire.
Che da giorni e giorni ormai penso a come dare il via a questo spazio barra blog, e se ci penso ancora un po' non lo inizierò mai più
E così eccoci qua, nella penombra del tramonto brussellese in compagnia di un earl-grey tea zucchero e limone pieno di briciole di sablé vegani di riso ricoperti al cioccolato. E quadernino dei pensieri. Sulle note di un rosso diffuso, di piedi gelati sotto il tavolo e smalto scheggiato dal tamburellare con troppa insistenza sul tavolo. Così do il via a questa esperienza.
Chissà come evolverà. Certo so come l'ho pensata. E pensavo al sentirsi a casa, al sentirsi bene.
Perchè sentirsi a casa è più una sensazione che un luogo. E sta a noi crearla. Che siano infinite passeggiate, ritinteggiare i muri dell'appartamento nuovo in affitto di giallo e arancio, o andare ogni giorno allo stesso bar per il caffè di metà giornata, fino a quando la barista ci saluterà per nome.
Casa è trovare le proprie abitudini, i propri ritmi.
Sentirsi libere di fare una torta sapendo che probabilmente sarà schifosa essendo il primo esperimento dolciario della nostra vita. Ma sarà la nostra torta. Metterci a nostro agio, nella città con le persone. Nei nostri panni, i nostri proprio. Senza costruire barriere o limiti dove non ce ne sono.
Ecco allora, cercherò di trasmettere un po' la mia sensazione di casa, qui a Bruxelles, o ovunque capiterà, e perlopiù tramite esperimenti culinari, ma non esclusivamente...che tanto, come sopra accennato, so benissimo che ogni volta che tento di darmi un limite o una definizione, poi il risultato va toltalmente in direzioni non previste: martina's way.
"Ready to start", exactly like the song of the Arcade Fire.
It's been days and days thay I try to figure out how to begin this space slash blog, and if I keep on thinking of it a bit more, I know I'm never going to start it
And so here it is, in the first shadows of this brussels' sunset. In company with an earl grey tea sugar and lemon full of crumbs of vegan rice choco sprits. And the nothebook of thoughts. On the tune of a scattered red, of frozen feet under the table and chipped nailpolish due to the persistence of my fingers drumming on the table. In this way i start off this experience.
Who knows how it will evolve. I know how I figured it, of course. And I thought about the feeling at home, feeling good. Because feeling at home is more a mood than a place. A feeling, indeed. And it's up to us to create it. It can the be the endless walking through the city, repainting the wall of the new rented appartment of yellow and orange or going everyday to the same bar for the middle-day coffee, till when the barmaid will know our name and preference.
Home is to find our habits, and rhythms.
To feel free to bake a cake knowing that it will probably be disgusting as first bakery attempt of our life. But it will be our cake. To feel at ease, and put ourselves at ease, in the city, with the people. In our shoes. Exactly our own. To not build limits or barriers where there are not.
So here it is. I will try to share a bit of my home feelingg, here in Brussels, or anywhere else. And mainly through culinary experiments, but non only...that I know, as shortly said before, that everytime I try to set some limits or definition then the result goes completely towars some unpredictable directions: martina's way.
Great post...I like your new blog.^^
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LOvely greets Nessa
Thank you Vanessa!
RispondiEliminaAs first comment on my new blog, you deserve it!
hope to see you back again,
have a nice day*